Dopo il fallimento della sessione di Hong Kong nel dicembre 2005, della sessione di Cancun nel 2003, per non parlare del fallimento della sessione di Seattle nel 1999, il nuovo fallimento di Ginevra nel luglio 2008, nei negoziati commerciali globali, dovrebbe farci capire che ci sono cause fondamentali per questa situazione permanente.
Non sono dovuti, anche come immaginano i più realisti, al fatto che l'agricoltura, dal vertice di Punta del Este del settembre 1986, è stata integrata nei cicli commerciali globali. Proprio come l'industria o il settore dei servizi.
Naturalmente, nel contesto della crisi alimentare globale, la questione agricola, che fortunatamente è tornata alla ribalta delle preoccupazioni politiche, è un grande ostacolo alla firma dell'accordo commerciale globale. Ma questo era già successo a Cancun, nel settembre 2003, dove, sul cotone, i paesi africani avevano giustamente bloccato i negoziati.
La vera causa è altrove. Sta nel grande errore che è stato fatto dall'inizio dei negoziati commerciali mondiali. Cioè dal GATT nel 1947.
Per sessant'anni, il mondo ha intrapreso la strada stupida di ridurre i dazi doganali per eliminarli.
Ma la riduzione dei dazi doganali è, in primo luogo, tecnicamente molto difficile, nonostante le apparenze. La migliore prova è fornita dalla complessità delle formule matematiche che la gente cerca di inventare. Per esempio, la formula svizzera per ottenere questa riduzione.
In secondo luogo, però, è spaventoso vedere 153 ministri del commercio estero, 153 ministri dell'industria o 153 ministri dell'agricoltura, in quanto membri dell'OMC, per non parlare del commissario europeo per il commercio estero, lottare per continuare sulla strada arcaica della riduzione dei diritti doganali, mentre la scienza fiscale ha fatto un grande salto tecnologico con l'invenzione dei diritti doganali deducibili. Questo rende la vecchia tecnica di ridurre i dazi doganali e di eliminarli tanto oscurantista quanto la pratica del salasso di Moliere nella medicina di oggi.
Prendendo la forma di un credito doganale deducibile dall'esportatore dai suoi acquisti fatti nel paese importatore, questi dazi doganali deducibili risolvono il problema finora insolubile di conciliare la necessità del commercio internazionale con la protezione altrettanto necessaria delle agricolture ed economie nazionali. I dazi doganali deducibili trasformano la vecchia tecnica doganale, che risale niente meno che al dazio di porta del vecchio impero romano, in un dazio doganale flessibile, rimborsabile, negoziabile e rimborsabile.
Questa è l'unica soluzione e l'unica soluzione efficace per far uscire i negoziati commerciali globali dalla stupida impasse in cui sono bloccati dall'oscurantismo di 153 governi e dei loro consiglieri.